Bokeh (pronunciato /bɒkɛ/ o talvolta /ˈboʊkə/) è un termine del gergo fotografico derivato dal vocabolo giapponese "boke" (
暈け o
ボケ), che significa "sfocatura" oppure "confusione mentale".
A partire dalla metà degli anni novanta, si è affiancato all'uso terminologico tradizionale di espressioni come contributo delle aree fuori fuoco o resa dello sfuocato.
La parola bokeh indica propriamente le zone contenute nei piani fuori fuoco di un'immagine fotografica e la qualità estetica della sfocatura; per estensione, si riferisce anche alla tecnica che permette di ottenere un gradevole effetto "sfuocato" tramite un utilizzo creativo delle proprietà ottiche degli obiettivi.
Il concetto di bokeh risulta
intrinsecamente legato alla nozione di profondità di campo: mentre il contributo dello sfuocato di ciascun obiettivo è caratteristico della lente (e di conseguenza non modificabile), la scelta di un opportuno valore di apertura consente al fotografo di manipolare la profondità di campo dell'immagine, permettendo così di declinare le peculiarità del bokeh.
Con delle lenti adatte, l'effetto "sfuocato" si può ottenere ricorrendo a un basso rapporto focale; le ottiche migliori per esaltare il bokeh, in virtù delle loro proprietà fisiche, sono i teleobiettivi e gli obiettivi per macrofotografia.
La resa dello sfuocato riveste un'importanza particolare anche per i cosiddetti obiettivi "medio tele", caratterizzati da lunghezze focali comprese tra gli 85 e i 150 mm, che spesso vengono utilizzati per i ritratti: nella ritrattistica fotografica, infatti, si sceglie solitamente un rapporto focale basso, minimizzando la profondità di campo al fine di creare un piacevole effetto "sfuocato" dello sfondo che permetta di far risaltare maggiormente il soggetto principale.
Esempi fotografici di effetti Bokeh:
FONTE: Wikipedia
Il tempo ruba i contorni a una fotografia... Entra...